psicopatologia quotidiana

quattro mura i Beatles e l'ora giusta. si potrebbe anche scrivere un post, pensavo tornando a casa. poi pensi anche no e come al solito apri l'editor di testo (sfondo nero, caratteri verdi, oddio quanto sono nerd) e infili parole una dietro l'altra per dire niente. la coerenza è una interessante forma di pigrizia. perché alla fine di tante giornate non rimane che scrivere. scrivere di rischi che avrei potuto correre e che saggiamente o meno ho evitato. dei rischi che mi sono preso. delle cose che ho detto. sorridendo. delle cose che dico, improvvisamente serio.

non so bene cosa sto cercando, prendo tutto da tutti sperando che qualcosa. ma stasera proprio non ce la faccio a prendermi sul serio. fortunatamente. non lo avrei mai detto. fortunatamente. è uno scambio, è un articolato gioco delle parti, ognuno si prenda il suo ruolo mi dissero. ma perché mi sono sempre chiesto io. perché dovrei avere soltanto un ruolo, o comunque perché dovrei tenermi sempre il mio.

come quegli attori che hanno paura delle etichette, che sei un attore comico o che fai solo piangere, non è che ho paura delle etichette è proprio che mi annoio, è che ho voglia di cambiare, che poi sì sono sempre io, e sono due lettere e un milione di momenti diversi e se mi va di ridere rido, altrimenti sto zitto, e non venitemi a chiedere perché, sono pigro e di spiegare e di spiegarmi proprio non ne ho voglia. Che poi si capisce. Fin troppo. vado in giro e la gente mi urla dietro tana! t'ho visto sai! perché no non si possono essere quattro persone diverse perché altrimenti gli altri rimangono sconvolti perché hanno bisogno delle loro certezze. E le mie di certezze dove le mettiamo? non lo so, ma tranquilli prendono poco posto, mettetevele un po' dove vi pare.

Ma che cazzo ridi? mi racconto le barzellette da solo! e sono così bravo che mi ci viene anche da ridere, e dire che le so già tutte.

Sarà che si comincia con i Beatles e si finisce sempre con i Pink Floyd.