Comodino, T.V.T.T.B!!!

Ho messo a posto i cassetti del comodino. Ora penserete che lo faccio spesso. E invece no, non lo faccio mai, e ve lo avevo detto. In verità ho messo a posto soltanto il primo (sono tre in tutto) ma è quello che considero più importante quindi la cosa è comunque un evento.

E' pieno di fogli gialli il mio comodino, questo l'ho sempre saputo, ma mi ero dimenticato che li conservo ordinatamente piegati in otto, tutti uguali che sembrano piegati a macchina, e tenuti insieme con un elastico. Sono un maniaco, lo so, ora lo sapete anche voi. Dentro una scatola nera sul fondo del mio cassetto, tutti lì, e tutti iniziano nello stesso modo, con la data e l'ora precisa al minuto, sono un maniaco, appunto. E non vi dico l'impressione che fa leggersi le cazzate datate millenovecentonovantasei.

La cosa divertente è che sono gli sfoghi stupidi e banalotti di un coglione di adolescente che non ha mai avuto problemi in vita sua e allora ha deciso di inventarseli i problemi, tutte puttanate per fortuna.

La cosa veramente preoccupante è che quello che scrivo adesso... è uguale.
Vabbè lasciamo perdere quest'aspetto, è meglio.

Poi ho letto anche qualche lettera che invece di non aver mai spedito ho veramente ricevuto. E quello che c'è scritto non ve lo dico, sono fatti miei. Ma una mi ha fatto tenerezza. E' una lettera del millenovecentonovantasei, anche questa, mi viene il sospetto che prima di allora non sapessi nè leggere nè scrivere. Sulla busta c'è il mio nome, è scritto con quei caratteri paffuti che usavamo da piccoli per fare le scritte nei diari, quei caratteri paffuti veramente anni ottanta, di quando ancora il concetto di font, di corpo del carattere, se non addirittura di wordart, ci erano completamente sconosciuti. E poi sulla busta c'è questo T.V.T.T.B. in delle belle lettere in stampatello, circondato da un sacco di cuoricini.

Non c'è niente da fare, è talmente kitsch che mi ci viene da ridere.

Mi sono improvvisamente ricordato perché ci lasciammo.

Non apprezzava il mio sarcasmo.