La vecchia poltrona, la pelle ustionata dalle sigarette, affondato qui e le gambe distese. Pezzi di vecchie cene, cenere e carta straccia. Una stanza vuota. Due finestre uno schermo nero. Il casino d'inferno scaraventato nel cervello è un'isola nel silenzio. Arrampicato quassù, due piani buoni sopra la mia vita. Battito irregolare e un'improvvisa deviazione. La lingua dura che spiega chiara. Suono ripetitivo e gutturale. Un ponte sull'autostrada.
Non è facile spiegare. Un esercito poco compatto, dedito al vizio ed alle distrazioni. Lavoro di sintesi chimico e sintetico.
Una centrale elettrica sotto un cono verde.
E basta.
(*) Europe endless, Kraftwerk, 1977