cappececi

mica facile, per niente. Scrivere qualcosa di originale, che sia un augurio, che sia qualcosa che rimane, per un'amica che si sposa. Ma non un'amica a caso, una di quelle che per caso vi siete trovati un giorno e vi siete riconosciuti, compagni di viaggio, per sempre. Anche se i viaggi son diversi, anche se i chilometri da qui al Mar Baltico son tanti: e io lo so, che son tanti, perché li ho fatti, tutti, andata e ritorno (e non sono andato a trovarla).

E quindi si sposa. Ok, non è il primo matrimonio di un compagno di viaggio, ma di uno di quelli importanti sì. Poi oh, non è che sceglie un posto qualunque, chessò, Guazzino, Talla o Montespertoli, no, se ne va a Venezia a sposarsi e allora tutto prende un sapore un po' più romantico e molto più solenne.

Sarà un viaggio e sarà un'emozione, per me meno che per lei, certo, ma sarà un'emozione anche per me.

Non le trovo mica le parole per dirle, a lei che mi ha insegnato ad esserlo, quanto io sia felice per lei, per questa strada che in qualche modo, da qualche parte, abbiamo iniziato insieme e che adesso trova una fine e un nuovo inizio.

Ce ne sarebbero di ricordi da rivangare, episodi tristi e divertenti da raccontare, capodanni, mattinate brumose e pomeriggi a schianto di sole, ma francamente sarebbe una noia, francamente sarebbe il solito vecchio scontato gioco degli aneddoti. Ci sarà tempo, ci sarà modo, tra due settimane, quando noi saremo tutti un po' più ubriachi e lei molto più sposata. Adesso no, adesso, come al solito, non mi viene in mente nient'altro che un semplice: auguri.

E figli maschi?! Ah, questo non lo so, chiedetelo a lei.