Ho imparato la calma e la pazienza. Perché non sono mai stato bravo a capire i segni. Sarà per la mia diversità. Sarà che non sono bravo a calarmi nei panni degli altri, per quanto io ci provi. Stento a capire che i gesti degli altri non hanno lo stesso significato dei miei.
Non ho imparato a ricordarmi dei numeri di telefono perché sono più importanti i volti e le parole, mi confondono quelle strane sequenze numeriche cha vanno di pari passo con i nomi, anche quelli, i nomi, non riesco mai a ricordarli.
Non ho imparato a mentire. Mi hanno detto che la mia sincerità a volte spaventa, solito problema, non capisco perché. Sarà incoscienza la mia. Sarà che, come diceva DFW, "La vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi". E qui c'entrano il mio cinismo strisciante e il mio egocentrismo eccessivo. Però lo so che c'è gente migliore di me, ma ce n'è di peggiore e di questo sono abbastanza sicuro perché li ho conosciuti.
Ho imparato a farmi bastare un sacco di cose, ma non ho mai imparato a farmi bastare il tempo. Faccio le cose con lentezza, e non è nemmeno detto che le faccia bene.
Ho imparato a farmi le domande giuste o a non farmene proprio, che forse tra tutte è la scelta più saggia nella maggioranza dei casi.
Ho imparato a mettere le cose al loro posto, nella vita e in cucina, quindi vedete di fare poco casino.