il fumo si alza lentamente dal posacenere, l'ennesima sigaretta spenta male e controvoglia. Giorni su giorni passati a pensare immerso in questa strana apatia dei giorni di festa, con gente lontana. Non ci sono nemmeno io.
Socchiudere la porta del mio silenzio.
guidare per un'ora sulla mia strada tortuosa in mezzo a musica vecchia e parole aduse. Ospite in una serata qualunque di persone inquietanti. I segni che rimangono addosso.
Hai un colore preferito. Era una domanda qualche anno fa. Il tuo colore preferito. Un suono il mio. E un organo. Non so dove voglio andare. Facile. Tutto questo in un sinestetico museo delle cere.
Ricordo giochi e risate.
Il lunatico è sull'erba.