ritrovarsi in modo strano. Al buio, attratto e colpito dai suoni e dagli odori perché adesso gli occhi non contano più. I miei occhi che non svelano niente. Mai. Perché sorridono o fissano il vuoto in una danza che nulla ha di segreto o misterioso. Io sono un inganno. Schizofrenico a strati. Uno sopra l'altro accatastati nascosti e riscoperti a fatica, quando mi va, quando ne ho voglia. Cosa stavo pensando. Cosa ho detto e quello che ho fatto. Quale strada pretendevi che prendessi. La mia impurità e il mio vizio, ecco quella che ho scelto. Un pomeriggio senza fulmini un mattino gonfio di nebbia e di rosa. Ad un certo punto ho scelto di continuare per la mia strada, e te l'ho detto. La mia fatica è quella di prendere un pezzo di me e metterlo via perché non prenda spazio, perché non cresca troppo. Niente è mai facile. Anestetizzare se stessi e scoprire che la ferita fa ancora male, e riderci su, perché è l'unico modo per non farla sanguinare.
E' soltanto buio quello che c'è qua dentro. Non ha senso. E' grottesco quello che sta succedendo. Ecco perché mi piace.