Può capitare, e per fortuna capita ancora, che ci siano quelle persone con cui non c'è bisogno di parlare e che allora ci parli per ore. Dappertutto, seduti in un bar di terz'ultimo ordine con un inquietante aperitivo davanti, su di una spiaggia, interrompendosi ogni due secondi per benedire un culo e la bellezza dei vent'anni o davanti allo schermo di un computer a un paio di fantastilioni di chilometri di distanza.
Persone che sanno che c'è un posto per loro, tutti i giorni, dentro di te. Possono usarlo o no, ma quel posto rimane, è lì, ogni giorno, e possono riempirlo con parole che ti cambiano la vita o rompendo il silenzio solo per la solita stronzata, per l'ennesimo tormentone partorito quando già eravamo mezzo affogati nell'ultimo negroni della serata.
Amici che ti vengono a cercare quando meno te l'aspetti e quando più ne hai bisogno. Amici che arrivano e stanno zitti fino a quando non è il loro turno di parlare, aspettano e aspetteranno anche se il loro turno non verrà mai. Cazzo, mica facile trovarle le persone così.
Non ti dirò i nomi di questi amici, perché magari tra questi ci sei anche tu, perché poi ti monteresti la testa, forse. Perché tanto, se sei uno di quegli amici lì, non c'è certo bisogno che te lo venga a dire.