dormiveglia

Mi svegliai di soprassalto convinto di aver dormito per giorni. L'aria si era fatta d'improvviso gelida. L'afa che come una cappa ci aveva sovrastato per giorni si era come dissolta.

Le lenzuola ridotte ad un grumo informe erano intrise del sudore dell'ennesimo sogno finito male. Con l'amaro ancora attaccato alle labbra mi alzai, buttai loro tra la biancheria sporca e lo strano ricordo attaccatto al mio dormiveglia nel dimenticatoio.

La lama di vento che entrava dalla finestra lasciata socchiusa mi bruciava la pelle. Il sudore della notte rifletteva i bagliori dei lampi che illuminavano a giorno le colline che da sempre erano il limite ultimo del mio sguardo.

Le nubi erano in tumulto e l'aria già sapeva di pioggia.

Aprii del tutto la finestra della stanza e inspirai quel freddo buono fino al primo lancinante colpo di tosse.

Allungai una mano e dal comodino presi l'ultima sigaretta, sorpreso nel vederla ancora intatta dentro a quel pacchetto ridotto ormai ad un mucchietto di carta straccia.

Il fumo azzurrognolo dopo il lampo di luce soltanto per un attimo dentro ai miei occhi.

Troppi i ricordi accumulati, infinito il disordine e il rumore.

Mi distesi sul materasso nudo con gli occhi sbarrati al soffitto, indeciso tra il nuovo incubo che il sonno mi avrebbe portato e i vecchi incubi in cui la veglia mi avrebbe nuovamente trascinato.