Mi stavo dimenticando di Carmelo

è tardi, dovrei essere a letto da un pezzo. Mi prendo un momento, costretto a rubarlo alle poche ore di sonno. Anche questa volta. Mi sto complicando un po'. Si conoscono soggetti ben strani, più complicati di questo divano ikea (comodo però, eh). Col cazzo che basta una brugola. Datemi una brugola e vi solleverò il mondo, attenendomi pedissequamente alle istruzioni. Al più avviterò un paio di viti. Poi non è che uno si deve chiedere perché va di moda la televisione. Bruno Vespa fa tendenza. Mi farò crescere due nei. Magari fosse vintage, o almeno retrò, a me pare tutto vecchio. Vi appalto il blog, dategli un'imbiancata. Torno quando avete finito. Lasciate le finestre aperte. L'allarme non c'è, niente di valore. Annodato. Tanto le cose me le dimentico e finisce sempre che non torno più. Il gusto di fare due parole, farle proprio. Un quadro una canzone. Una biblioteca intera, quella di Borges. Un quadro di Mondrian. Righe diritte colori puri. Uno strappo nel colore per passare tra il dentro e il fuori per andare un poco più in là. Io tagli non ne ho. Non sono l'unico che vede certe cose. Illuminazioni. Un volto strano. Più anni della tua biografia e meno di quelli di cui ti senti il peso addosso. Vorrei una mente lucida. Ho una testa senza capelli. Mi sono chiesto spesso se una parola abbia mai avuto lo stesso significato. Ho pensato spesso che sarebbe bello se quello che io vedo blu tu lo vedessi giallo. Sarebbe poi soltanto una questione di convenzioni. Voglio chiamare un colore Carmelo. Mi sa di rossoquasifucsia. Il kitsch è Rosa Confetto. E la finocchiona è radicale.