scuri i tuoi occhi come i miei non lo sono stati mai. Gesti plateali e un sorriso disperato. Non mi ricordo molto bene. Sfocato, distorto nel vetro pesante della bottiglia. Uno strappo profondo dentro di me. Il mio sguardo attonito e una stretta soffocante. Un vano tentativo di ricostruire. Dove da qui. Il suono angosciante di un lenzuolo lacerato con i denti sono bende legate strette sulle ferite. Il suono angosciante del tuo sorriso cade veloce dentro di me. Come da qui. Una parola confusa tra altre più banali e più mediocri di te. Perché qui. Non ho punti interrogativi da mettere, non ho risposte da dare. Cose che non sono capace di capire. La coltre nera della noia domina il piccolo mondo. Unghie dure e spezzate sporche di terra e di sangue. Lunghi segni sulla pelle, è molto peggio di quello che potrebbe sembrare.
Danza macabra e oscena. Sì, questo sono proprio io.