Un bicchiere ghiacciato di brancamenta ghiacciato.
Anche il bicchiere sì, avevo infilato nel congelatore, lo sapevo che mi sarebbe tornato utile.
Un luglio rovente. Cazzo, un mese e mezzo che non proferisco parola e ora di che parlo? del tempo, ovvio. Di cos'altro diavolo vuoi parlare con questo caldo assassino.
Il tempo già. Quello che né io né gli insetti abbiamo più. Io perché le cose da fare vanno avanti in progressione geometrica: ne faccio una ne spuntano fuori altre tre. Loro perché li ho fatti fuori tutti, ma anche loro in progessione geometrica: ammazzo una zanzara ne spuntano fuori altre tre, e tendenzialmente pure più incazzate di prima: saranno mica parenti.
Come gli insetti, già. Belli lì a godersi quei venti minuti di sopravvivenza, appena si rendono conto che stanno ronzando, che sono tutti lì concentrati ad impare a sbattere le alucce, tutti eccitati a pensare che bello questo rumore che faccio, questo ronz ronz ronz, quasi quasi lo chiamo ronzare, sì, ronzare mi sembra veramente l'ideale E SPLATCH, fine dei giochi. Gioventù bruciata, o schiacciata, fate voi.
Giusto perché quel ronzio rompe proprio le palle, oppure perché non è esattamente piacevole ritrovarsi con uno di quei bubboni pruriginosi addosso.
E intanto il karma peggiora. Sì, anche peggio di così.
E intanto chissenefrega.